Tre costumi di Halloween |
Da qualche anno, ormai, la fine di ottobre è caratterizzata
dalla preparazione della festa di Halloween, festa di origine celtica, importata in America e da lì imposta a
tutto il mondo, perché si sa quello che è di moda negli USA prima o poi
diventerà di moda nel mondo intero.
Dunque anche in Sicilia si sente il bisogno di adeguarsi e
si comincia a comprare e decorare le zucche, ci sono candele e gadget di ogni tipo
a forma di zucca o teschio, ci sono i costumi di strega o di scheletro,i
nostri bambini partecipano alle
festicciole scolastiche truccati da zombie.
Persino le bancarelle per strada, che si sono sempre
adeguate alle stagioni ( sdraio ombrelloni e braccioli per i più piccoli in
estate, luminarie e presepi natalizi a dicembre) si sono specializzate in “halloween “.
Esponendo tristi strumenti di morte come la falce in pura
plastica o maschere che dovrebbero incutere terrore. Mia madre commenta
tristemente che questa è una moda proprio brutta….però, però….
In Sicilia, in fondo, questa non è proprio una novità.
Nella
corsa che tutti abbiamo intrapreso verso la omologazione totale, abbiamo
dimenticato che la commemorazione dei defunti era una delle feste rituali più
importanti per noi: fino a qualche decennio fa non era Babbo Natale a portare i
doni ai bambini ( altra moda copiata pari pari dagli USA) ma erano i nostri
“morti”. Si faceva credere ai bambini che nella notte fra l’uno e il due
novembre i nostri “morti”, cioè le nostre persone care che erano defunte si
svegliavano e avevano la facoltà di portare ai propri cari dei regali e
soprattutto ai bambini facevano dono di giocattoli e dolciumi. I bambini si
addormentavano la sera del primo novembre con una grande agitazione sperando
che il proprio nonno o la lontana zia di cui nemmeno ricordavano l’esistenza ,
avrebbero dimenticato le piccole marachelle commesse durante l’anno o le
ingenue bugie dette alla mamma e generosamente avrebbero lasciato ben nascosti
in casa i regali che tanto avevano agognato e che invano avevano più volte
chiesto ai propri genitori. Qualcuno non riusciva nemmeno a dormire per
l’agitazione e magari sentendo un piccolo rumore nella notte , provava davvero
tanta paura, ma poi arrivava la mattina del 2 novembre e ci si alzava con tanta speranza e si
cominciava a cercare, sotto il letto, dietro il divano in salotto, dietro la
porta della cucina…..finchè con un grido di gioia si trovava l’agognato pacco :
una bambola parlante, un fucile nuovo di zecca, il camion dei pompieri con la
lucina rossa lampeggiante…..e tanti tanti dolci : frutta martorana colorata,
pupi di zucchero, biscotti profumati ….I morti, dunque,non facevano paura, erano entità benevole, che ci
ascoltavano e avevano a cuore la felicità dei bambini e fin da piccoli ci si
abituava all’idea di una vita che continuava anche dopo la morte con la
possibilità sia pur ridotta di interagire con i vivi.
Del resto a Palermo, chi non ha mai visitato “ Le catacombe dei cappuccini”? entrare in quelle gallerie fredde,,
Uno dei corridoi delle catacombe dei Cappuccini di Palermo |
Ed io che voglio mantenere le NOSTRE tradizioni...regalo ancora noci,frutta martorana e caramelle ai miei figli di 22 e 16 anni!
RispondiEliminaBrava Carmen. Le tradizioni non vanno dimenticate....sono d'accordo con te!
Elimina