In
un periodo dove giustamente si moltiplicano commemorazioni e rievocazioni per
il centenario della prima guerra mondiale, ci sembra doveroso segnalare
l’uscita dell’opera Patriottismo di ferro,
un opuscolo scritto nel lontano 1920 dal giornalista americano Clarence K.
Streit. Il pamphlet (dal titolo
originale Where iron is, there is my
fatherland) è stato recentemente ‘scoperto’ e tradotto da Giuseppe Turdo,
che ne ha curato anche l’adattamento e redatto le note.
Turdo, 45 anni, laureato sia in geologia che
in materie umanistiche, appassionato di storia, collabora da anni con alcuni
siti di divulgazione scientifica e di serie televisive per cui ha realizzato
numerose traduzioni dall'inglese. Vive in Inghilterra, dove insegna scienze .
Effettivamente,
questo intrigante libercolo era finito
nel dimenticatoio e, nonostante la rilevanza del contenuto, non era mai stato
tradotto nella nostra lingua.
Streit,
giornalista e politico, fautore dell’unione fra le democrazie di area
atlantica, è considerato uno degli ideologi della NATO. Durante la guerra era
stato affiancato all’esercito americano con compiti di intelligence e, alcuni
anni dopo, alla Conferenza di Pace di Versailles aveva fatto parte della
delegazione statunitense. In questa sua opera, Streit descrive gli eventi
avvenuti attorno a Briey, un piccolo villaggio nella Lorena francese e a
ridosso delle linee nemiche tedesche. Una volta giunto sul luogo assieme
all’esercito americano, l’autore scopre che quella zona di confine era stata la
più tranquilla d’Europa – nessun attacco, nessun bombardamento. Incuriosito,
Streit decide di risolvere il mistero di questa incredibile tranquillità,
cercando di capire come mai quest’area sia stata risparmiata dagli orrori del
conflitto.
Quello
che il giornalista scopre è un oscuro intrigo ordito da personaggi altolocati legati
alla finanza, all’industria e alla politica. Un intrigo che ha a che fare con
ciò che si cela nel sottosuolo di Briey: uno dei più imponenti giacimenti di
ferro al mondo. Una zona che viene inspiegabilmente abbandonata dall'esercito francese
nell'agosto del 1914, senza mai tentare di riconquistarla, lasciando alla
Germania piena libertà di sfruttamento.
In
questo opuscolo viene fuori, come in un romanzo giallo, un interessante quanto
inquietante quadro di macchinazioni e interessi incrociati fra le elite
politico-finanziarie di Francia e Germania
e del loro particolarissimo concetto di patriottismo. Un quadro in cui
gli interessi dei privati e dei politici non coincidono quasi mai con quelli
del popolo.
Nel
suo adattamento italiano l’opera mantiene l’impostazione letteraria originale,
per cui lo stile narrativo può risultare un po’ datato ma la lettura scorre
comunque in maniera piacevole e accattivante. È un’opera che ci sentiamo di
consigliare a tutti coloro che sono interessati al periodo della grande guerra
e che amano confrontarsi con una realtà spesso ignorata dai grandi libri di
testo o dai media.
Patriottismo di ferro è un libro autoprodotto da Topes Edizioni e in vendita a € 4.99 su
www.lulu.com
Nessun commento:
Posta un commento