L’inaugurazione
del Museo Egizio rappresenta in primo luogo la vittoria di una grande
scommessa: quella di far coesistere un cantiere da 50 milioni di
euro, tra i più grandi in Europa, senza chiudere, neppure un giorno,
il Museo al pubblico.
Per mantenere fede alla promessa di non
chiudere mai le sale museali, le movimentazioni dei reperti sono
avvenute secondo un complesso cronoprogramma: un work in progress a
cui il pubblico ha assistito nei cinque anni di lavori, dal 2010 fino
alla data storica del 1 aprile 2015.
La sfida di mantenere il Museo
sempre aperto nonostante il cantiere ha premiato il Museo Egizio:
infatti le presenze nel 2014 sono state 567.688, registrando un
aumento significativo anche rispetto all’anno record delle
Olimpiadi invernali del 2006 (529.911).
Una notorietà e un
apprezzamento che hanno consentito all’Egizio di essere fra i primi
10 musei più visitati d’Italia e fra i primi 100 del mondo (fonte
The Art Newspaper, maggio 2014).
La presidente Evelina Christillin ha
dichiarato: “L’inaugurazione dell’Egizio, strategicamente in
anticipo di un mese rispetto all’apertura dell’EXPO (1 maggio
2015) è un segnale di quanto il Museo voglia rappresentare un punto
di attrazione per tutti i turisti che visiteranno l’Italia, il
Piemonte e la città di Torino nell’ambito dell’esposizione
universale.
A loro e a tutti i visitatori il Museo Egizio si
presenterà completamente rinnovato negli spazi e nell'allestimento
museale in linea con i più moderni standard internazionali”.
Il
percorso museale, che poggia sul progetto scientifico elaborato dal
Direttore Christian Greco e da otto curatori con differenti
specializzazioni, si sviluppa cronologicamente e si articola in
quattro piani di visita coprendo un arco temporale che va dal 4000
a.C. al 700 d.C. La duplice natura delle collezioni torinesi, in
parte antiquarie e in parte archeologiche, è raccontata dalle sale
sulla storia del Museo; una novità che risponde in modo puntuale
alla domanda più frequente del pubblico: “Perché un Museo Egizio
a Torino?”.
Tra le molte novità è da segnalare un’area tematica
di grande impatto, la Galleria dei Sarcofagi, che ospita al secondo
piano alcuni fra i più bei sarcofagi del Terzo Periodo Intermedio e
dell’epoca tarda (1100 – 600 a. C) molti dei quali restaurati
presso il Centro di
Restauro della Venaria Reale con il contributo de Gli Scarabei,
associazione dei sostenitori del Museo Egizio.
Questo allestimento si
giova dei risultati raggiunti dal Vatican Coffin Project, un
sofisticato protocollo di indagine applicato per la prima volta su
sarcofagi dell’antico Egitto. Al progetto, coordinato dal Reparto
Antichità Egizie dei Musei Vaticani, in collaborazione con il
Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro dei
Musei Vaticani, partecipano il Museo Egizio, il Rijksmuseum van
Oudhen, il Museo del Louvre, e il Centre de Recherche et de
Restauration des Musées de France.
Per il pubblico sarà come vivere
un viaggio nel tempo: la visita si conclude al piano terra fra le
statue monumentali, nelle sale allestite dallo scenografo Dante
Ferretti, in quella che Champollion, il noto studioso decifratore dei
geroglifici, definì “una meravigliosa assemblea di re e divinità”.
Dante Ferretti è inoltre autore del “Percorso Nilotico” che
accompagna il pubblico nella salita, con le scale mobili, alle sale
espositive dal primo al terzo piano.
Quello che oggi inaugura è un
Museo completamente rinnovato che racchiude tra le sue mura barocche
reperti millenari e tecnologia avanzata: i visitatori dell’Egizio
possono oggi fruire di ricostruzioni virtuali di alcuni contesti
archeologici realizzate nell’ambito della collaborazione
scientifica fra Museo Egizio e Istituto IBAM del CNR.
I visitatori
possono così vivere l’esperienza della scoperta grazie a video 3D
che, basandosi su preziosi documenti di scavo e fotografie d’epoca,
ridanno vita alla tomba di Kha, alla tomba di Nefertari e alla
cappella di Maia, tutte e tre scoperte da Ernesto Schiaparelli, tra i
primi direttori di questo Museo, agli inizi del ‘900.
È un Museo,
il nuovo Egizio, in dialogo costante con il mondo esterno: con la
comunità scientifica internazionale, ponendosi come un punto di
riferimento per la ricerca, e con i suoi eterogenei pubblici.
A
testimoniare l’attenzione verso di loro le sei lingue, numero
destinato a crescere, in cui a partire dal 2 aprile saranno
disponibili le videoguide e i testi di sala tradotti non solo in
inglese ma anche in arabo per sottolineare lo stretto legame con la
terra da cui le collezioni dell’Egizio provengono.
Il Direttore,
Christian Greco, ha così commentato la volontà di apertura del
Museo Egizio “il nostro scopo è soddisfare non solo gli
appassionati di egittologia o i visitatori che fruiscono il Museo a
livello didattico, ma anche quel vasto pubblico che è incuriosito e
attirato dal mondo delle antichità. È inoltre doveroso rivolgere
uno sguardo alla nuova Torino e con lei alla nuova Italia, alle
comunità di recente
immigrazione che grazie alle collezioni esposte potranno conoscere
frammenti di storia che appartengono all'umanità intera e che
hanno numerosi punti di contatto con le società nordafricane: è
nostra intenzione che il Museo diventi un punto di incontro con le
differenti etnie presenti a Torino.
Ancora un pensiero a tutte le
persone che non possono fisicamente raggiungere il Museo e visitare
le sue sale rinnovate: è a loro, e in particolare a una realtà a
noi vicina come la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro –
ONLUS di Candiolo, che vogliamo dedicare le prime due giornate
inaugurali, quella del 31 marzo e quella del 1° aprile: all'inizio
del percorso di visita saranno infatti a disposizione del pubblico
due postazioni con teche per ricevere offerte e promuovere le
attività del centro”.
Evelina Christillin ha concluso ringraziando
chi ha reso possibile l’apertura del 1° Aprile “l’inaugurazione
di oggi segna un nuovo inizio che non sarebbe stato attuabile senza
la preziosa collaborazione di chi ha creduto nel valore di questo
Museo. È quindi per me doveroso citare in primo luogo i Soci
Fondatori, il Ministero per i Beni e le Attività culturali, la
Regione Piemonte, la Provincia di Torino, il Comune di Torino, la
Compagnia di San Paolo, la Fondazione CRT; i componenti del Comitato
Scientifico del Museo Egizio; il Consiglio di Amministrazione e il
Collegio dei Revisori della Fondazione Museo delle Antichità Egizie
di Torino; le Soprintendenze: quella per i Beni Archeologici del
Piemonte e del Museo Antichità Egizie, quella per i Beni
Architettonici e Paesaggistici e quella per i Beni storici, artistici
ed etnoantropologici del Piemonte; i Raggruppamenti: Isola Architetti
e Zoppoli&Pulcher, lo straordinario personale di cantiere e chi
insieme a loro ha reso possibile la realizzazione del progetto con
professionalità e passione: lo studio Migliore&Servetto
Architects, Goppion SPA, Arteria SRL e tutti i restauratori che in
questi anni hanno collaborato con noi. Infine il mio ringraziamento
più affettuoso va al Direttore Christian Greco e a tutto lo Staff
del Museo Egizio”.
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