Domenica 29 marzo alle ore 12.00 presso la
Sala San Giorgio e presso le Ex- Scuderie del Museo Civico di Castelbuono
(Palermo) si inaugurano due mostre realizzate in collaborazione con la
Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (Bari): Pino Pascali, l’africano, la prima
esposizione mai realizzata prima in Sicilia dedicata ad uno dei maggiori
protagonisti dell’arte italiana del Ventesimo secolo, il cui lavoro
quest’anno sarà esposto alla 56ª
Esposizione internazionale d'Arte della Biennale di Venezia curata
da Okwui Enwezor.
E la doppia personale di Virginia Ryan,
che presenta l’installazione Sirens in
dialogo con un gruppo di opere dell’artista africano Frédéric Brouly Bouabré, incentrata
sul mito delle sirene.
La mostra Pino Pascali, l’africano ricostruisce l’interesse
dell’artista pugliese verso la ricerca di origini e di stili di vita più a
contatto con la natura, in contrapposizione al mito della società moderna e del
progresso tecnologico e industriale degli anni Sessanta, tema che ha suscitato
l’attenzione di artisti e intellettuali, come il filosofo Claude Lévi-Strauss.
Nel cinema, Tarzan è l’eroe per eccellenza dell’epoca e i film dei quali è
protagonista, già in produzione dai primi decenni del Novecento, vengono
diffusi e riprodotti a grande richiesta. Pino Pascali, particolarmente
sensibile a queste tematiche, amava farsi fotografare abbigliato come un ‘selvaggio’,
senza fare mistero di ispirarsi direttamente al personaggio fantastico di
Tarzan.
L’interesse per il “primitivo” è presente
in diverse opere di Pascali: dagli spot pubblicitari in cui raffigura animali
della savana per lo studio Lodolo-Saraceni – in mostra a Castelbuono – fino
alle finte sculture rappresentanti frammenti di dinosauri e cetacei; e ancora
le liane, i ponti realizzati in strutture di pagliette di lana d’acciaio e gli
attrezzi agricoli. Questi ultimi lavori, molti dei quali utilizzati come
elementi delle sue azioni performative, sono documentati in mostra dalle
fotografie provenienti dall’archivio del Museo Pino Pascali e dal video Africa,
realizzato negli anni Sessanta per la RAI, dove Pascali lavora come
aiuto-scenografo per trasmissioni che ottengono un grande successo di pubblico.
In mostra sono esposti inoltre la serie dei Totem realizzati
nella metà degli anni Sessanta con tecniche e materiali misti.
Una sezione didattica della mostra sarà
dedicata alla proiezione dei documentari che approfondiscono la figura
dell’artista e alla grande influenza che continua a esercitare il suo lavoro
oggi, con un apparato di materiali cinematografici prodotto dalla Fondazione
Museo Pino Pascali. Tra questi, il raro e prezioso film-tv prodotto da RAI
TRE Pino Pascali o le trasformazioni del serpente del regista
Marco Giusti e alcune produzioni realizzate nell’ambito del progetto arTVision
– a live artchannel (www.artvision.agency)
che raccontano l’opera di Pino Pascali e la vitalità del pensiero e della sua
opera nell’arte contemporanea.
Fa da “contraltare” all’opera di Pino
Pascali una doppia personale allestita nelle ex-scuderie del Castello, che
coniuga passato e presente, attraverso la relazione con l’Africa e i suoi miti.
Sono esposte le grandi sirene dell’artista australiana Virginia Ryan che da diversi anni
lavora tra l’Italia e l’Africa, indagando il tema delle migrazioni, della
memoria, della perdita e della trasformazione. Durante la sua permanenza tra il
Ghana e la Costa d’Avorio la Ryan ha realizzato delle installazioni attraverso
le quali la cultura e la spiritualità delle popolazioni indigene vengono
rilette in un’ottica legata al vivere contemporaneo.
Dall’acqua come elemento d’origine e
distruzione, con cui l’uomo da sempre si confronta trovandovi le proprie
metafore esistenziali più intense, emergono le sette sculture di Surfacing, realizzate da Virginia Ryan in ferro e hair
exstensions, ritraduzione del mito di Mami Wata (dall’inglese ‘Mammy
Water’), con cui gli abitanti anglofoni chiamavano le immagini di una divinità
mezza donna e mezza pesce delle popolazioni costiere dell’Africa Occidentale.
Divinità sovrapponibile, nella sua ambivalenza di potenza seduttiva creatrice
quanto distruttiva, al mito mediterraneo della sirena, il cui dolce canto
stregava i naviganti. Mare nostrum, elemento e mito ancestrale,
teatro di tragedie quotidiane legate all’emigrazione.
Accanto alle grandi code di lunghi capelli
neri con cui Virginia Ryan raffigura le divinità africane, come emerse dagli
abissi marini e fluttuanti nell’aria, sono esposti alcuni disegni di sirene cheFrédéric Brouly Bouabré, il più
importante artista ivoriano -scomparso lo scorso anno- ha voluto realizzare per
l’artista australiana nel 2010, a testimonianza delle loro affinità elettive.
Si tratta di una serie di piccole opere a matita su carta, secondo il tipico
formato adottato da Bouabré: una piccola immagine disegnata a penna e matita su
una cartolina, circondata da un testo che corre sul bordo. Con questa stessa
tecnica, Bouabré ha realizzato migliaia di “cartes postales” sui quali ha
sempre realizzato disegni colorati intorno ai quale corre un testo. Ed è la
scrittura “un rimedio che combatte l’oblio” che Bouabré ha utilizzato per
raccontarci una storia, un’impressione, per riportarci attraverso la
rivelazione dei segni, la conoscenza universale.
Il catalogo della mostra Pino
Pascali, l’africano, edito da Kalòs Edizioni, con un testo introduttivo
delle curatrici Laura Barreca e Santa Nastro, contiene i saggi Radici
di Terra e di Mare di Rosalba Branà, direttrice della Fondazione Pino
Pascali; Pascali, Tarzan, il mito del selvaggio e la nostalgia d’Africa di
Marco Tonelli, autore del saggio Pino Pascali. Il libero gioco
della scultura(Johan&Levi, 2011). La brochure della mostra Sirene
di Virginia Ryan e Frédéric Bruly Bouabré contiene un’intervista di
Valentina Bruschi a Virginia Ryan.
Durante il periodo della mostra il Museo
Civico organizza dei laboratori didattici a cura di Giulia Gueci, realizzati
sulle “pratiche africane” di Pino Pascali, e un calendario di rappresentazioni
teatrali all’interno dell’installazione di Virginia Ryan, dal titolo La
strada verso Itaca, a cura dell’Associazione teatrale Fiori di
Carta.
INFORMAZIONI:
Mostre: Pino
Pascali l’africano e Sirens di Virginia Ryan e Frédéric
Brouly Bouabré
In
collaborazione con: Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare
A
cura di: Laura Barreca e Santa Nastro
Catalogo:
progetto di Paolo Di Vita
Edizioni:
Kalòs
Periodo:
29 marzo 2015 – 28 giugno 2015
Indirizzo:
Museo Civico di Castelbuono, Castello dei Ventimiglia, P.zza Castello
– Castelbuono (Palermo).
Telefono:
0921.671211
Orari:
ma-do dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00
Biglietto:
intero € 4,00; ridotto € 2,00 (adulti oltre i 65 anni e ragazzi
dagli 8 ai 18 anni, scolaresche e gruppi superiori a 12 persone); omaggio
per bambini di età non superiore a 7 anni.
Sito
web: www.museocivico.eu
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