La storia delle panelle risale a più di mille anni fa. Furono gli Arabi, dominatori della Sicilia a cavallo tra il
IX° e l’XI° secolo, già esperti gastronomi, ad iniziare a macinare i semi dei
ceci per ricavarne una farina che, mescolata all’acqua e cotta sul fuoco, dava
una sorta di impasto crudo e dal sapore non particolarmente gradevole.
Ma una sfoglia sottile di questo impasto, fritta in piccole dimensioni, diede alla luce un prodotto dal sapore unico.
Nella città di Palermo nasce quindi la prima “panella” dell’era moderna inventata dal popolino per potersi sfamare.
Ma una sfoglia sottile di questo impasto, fritta in piccole dimensioni, diede alla luce un prodotto dal sapore unico.
Nella città di Palermo nasce quindi la prima “panella” dell’era moderna inventata dal popolino per potersi sfamare.
Maestri “panellari” hanno sfamato ed appassionato clienti illustri: la Casa
Reale, Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Giovanni Guttuso, uomini politici
ed esponenti del gotha internazionale. Qualsiasi barriera sociale si abbatte e,
davanti ad un panino fragrante, si diventa tutti uguali.
In passato il “panellaro” faceva capolino agli angoli delle strade con la sua carretta sulla quale era montata una baracca di legno chiusa da tre lati. Al suo interno, un fornello e una grande casseruola colma d’olio utilizzata per la frittura, un ripiano con le panelle già fritte in bella mostra, un contenitore di latta per il sale. Immancabili erano le postazioni strategiche davanti ai licei storici palermitani dove, già prima dell’inizio delle lezioni, i ragazzi non disdegnavano sostituire il cornetto con un robusto panino con le panelle.
Le “panelle” si possono gustare
associate al classico pane palermitano (la mafalda oppure la muffoletta,
rigorosamente con il “cimino”, ossia semi di sesamo), e rappresentano il
caratteristico spuntino del palermitano.
Ingredienti per 6-8 persone
500 g. di farina di ceci
litro 1, 5 di acqua
prezzemolo
sale
olio di semi per friggere
Miscelare poco per volta la farina di ceci in un tegame,
dove precedentemente avrete versato l'acqua.
Salate e mescolate con estrema cura per evitare la
formazione di grumi. Fate cuocere a fiamma medio-alta per almeno 40 minuti,
mescolando continuamente. Quando il composto inizierà a sbuffare, continuate a
mescolare sempre con più forza e cucinate per latri 10 minuti.
Aggiungete il
prezzemolo tritato. Versare in un contenitore da plum cake e fate raffreddare.
Alcuni versano il composto in una lattina vuota di olio di semi alla quale è stato tagliata una base. La
ricetta originale richiederebbe che si versasse su un piano di marmo e con una
spatola, e molto velocemente, si spianasse in uno strato molto sottile.
Lasciare raffreddare per almeno 3-4 ore. Affettare e
friggere in un tegame dove avrete fatto riscaldare l'olio. Scolare e
sgocciolare l'olio in eccesso su carta da cucina. Si possono condire con un
pizzico di sale e pepe e qualche goccio di limone.
Cazzilli (croquettes)
Non ci sono panelle senza cazzilli, le croquettes palermitane. Che non hanno niente in comune con tutte le ricette che troverete sul web di crocchette. L'unico ingrediente che le compone sono le patate (sale, pepe e un pò di prezzemolo). Nient'altro. Solo patate. Il trucco sta nel lessare le patate intere e con la buccia la sera prima, scolarle, farle raffreddare e conservare in frigo. Il giorno dopo si sbucciano, si schiacciano con l'apposto utensile e si versano in un tegame o una padella antiaderente SENZA NIENTE!!
Si fanno cuocere a fuoco lento, mescolando continuamente, per far evaporare l'umidità residua. Serviranno circa 10-15 minuti. Si condiscono con sale, pepe e un pò di prezzemolo tritato. Si formano con le mani le crocchette e si tuffano nell'olio bollente. Se avete eseguito bene "l'asciugatura" sul fuoco rimarranno integre. Se avete avuto premura e non avete fatto perdere tutta l'umidità alle patate nel tuffarle nell'olio caldo vi ritroverete a vederle "dissolversi" nel nulla!! Quindi un pò di pazienza e otterrete un ottimo risultato.
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