giovedì 19 febbraio 2015

GEO MAGAZINE: DUE SETTIMANE DEDICATE ALLA SICILIA



Nei consueti appuntamenti settimanali dedicati ai Presìdi Slow Food, Geo Magazine accende i riflettori sulla Sicilia. La nota trasmissione di Rai 3 in onda dalle 17,15 condotta da Sveva Sagramola parlerà venerdì 20 febbraio del mandarino tardivo di Ciaculli, mentre il 27 febbraio sarà la volta della provola delle Madonie.
Il mandarino tardivo oggi è la produzione più prestigiosa del consorzio che riunisce 65 piccoli coltivatori, tutti quanti sostanzialmente biologici.
Le proprietà sono molto parcellizzate: dati i guadagni ridotti, il potenziale ricavo dato dalla vendita dei terreni oggi è ancora superiore al reddito agrario derivante dalla vendita degli agrumi. I coltivatori sono quindi scoraggiati e si teme che di questo passo potrebbero abbandonare gli agrumeti rimasti. Obiettivo del Presidio è proprio migliorare la visibilità delle attività del Consorzio e far conoscere questa dolcissima varietà.
In studio, per raccontare la storia di questo prodotto tradizionale, Francesco Sottile, docente presso l’Università degli Studi di Palermo e consulente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus, Giovanni D’Agati, produttore, e Francesca Rocchi, vicepresidente di Slow Food Italia.

I formaggi a pasta filata fanno parte della tradizione del Sud Italia e caratterizzano la nostra gastronomia: difficile resistere a caciocavalli, mozzarelle, scamorze, provole, burrate. Spesso sono legati a una razza autoctona, hanno forme e dimensioni che variano a seconda dei luoghi e delle tradizioni. Buoni freschi, sono intensi e ricchi di sapore con il passare del tempo e la stagionatura. I Presìdi Slow Food tutelano diverse produzioni a pasta filata: il formaggio di razza modicana e il formaggio di razza cinisara in Sicilia, il pallone di Gravina in Puglia, e il caciocavallo podolico in Basilicata. Ma è la provola delle Madonie protagonista di Geo Magazine. Il Presidio ha definito un disciplinare di produzione che garantisce la tracciabilità e l’alta qualità di questo prodotto ma Slow Food ha recentemente ideato anche le etichette narranti, che permettono di raccontare la sua vera storia. Solo così possiamo sapere se il latte è stato prodotto in alpeggio o in stalla, se si tratta di allevamenti intensivi e se gli animali sono nutriti con foraggi o mangimi industriali. Ne parlano in studio Grazia Sandra Invidiata, produttrice, e Francesca Rocchi.

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