giovedì 19 febbraio 2015

"PASSIONE RESIDUALE" DI FRANCESCA ROMANA PINZARI PRESSO L'AIAC DI ROMA




Il giorno 24 Febbraio 2015 alle 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica , via Carlo Alberto 63, Roma, presenta PASSIONE RESIDUALE” di Francesca Romana Pinzari a cura di Francesco Paolo Del Re.
“…Il pubblico è chiamato a donare direttamente una piccola porzione di sé, non in senso figurato, ma in senso fisico.
Infatti all’ingresso di Interno 14 i visitatori sono accolti da una piccola urna e da un paio di forbici, con le quali sono invitati a tagliarsi una ciocca di capelli, da custodire come un reperto in una piccola bustina di plastica trasparente su cui apporre il proprio nome e da raccogliere nell’urna. I capelli diventano la materia prima dell’arte di Francesca Romana Pinzari, come body art residuale, a cui si aggiungono videoinstallazioni, pitture, disegni materici e sculture”.
Di particolare impatto inoltre la video installazione “Get Closer” già presentata da Sponge Arte Contemporanea e al Festival di Pesaro e realizzata presso lo studio Interno 14 grazie alla sponsorizzazione tecnica di Grilli Grandi Arredamenti, storico negozio di Piazza Vittorio. Proiettata su un grande letto, l’immagine invita direttamente lo spettatore a penetrare la dimensione intima dell’artista. Il corpo virtuale ed etereo che si adagia tra le lenzuola sembra brillare di luce propria nella penombra amiccante della stanza”.
 
“…Passione residuale’ è una mostra che non si chiude in se stessa, ma si immagina come un punto di partenza per ulteriori evoluzioni, che fanno tesoro proprio del dono di quanti, fra i visitatori, avranno deciso di offrire anche un solo capello della propria chioma. Compresa nella contraddizione tra la parsimonia della formica che fa provvista di semi e briciole per l’inverno e il sontuoso spreco della cicala che si esprime in toto nel canto che magnifica la fuggevolezza del momento presente, della consunzione imperante, la materia viva del lavoro di Francesca Romana Pinzari si dilata, nella meraviglia del dono, fino a diventare un invito, una promessa, una dichiarazione d’amore rivolta a ogni possibile altro. E la sua arte trova corpo nel feticcio di una possibilità di relazione, che abita lo spazio infinito della fruizione, della metabolizzazione e dell’abbandono.


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